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A Olbia la Biennale del restauro architettonico e urbano

Il ciclo di conferenze internazionali farà tappa anche in Gallura. Studiosi di tutto il mondo si collegheranno alla sala del museo archeologico

Biennale Olbia

Gli studiosi di tutto il mondo si danno appuntamento a Olbia, anche se per questa volta soltanto in modalità online. In città farà infatti tappa la Biennale internazionale del restauro architettonico e urbano, giunta alla quinta edizione. Il lungo ciclo di conferenze prenderà il via il 15 aprile e terminerà il 7 maggio, con appuntamenti in programma a Cipro, in Francia, in Brasile, in Egitto, in Bosnia Erzegovina, in Siria e in Grecia. E dunque anche in Italia, a Olbia. Dal 26 al 28 aprile, gli architetti e gli urbanisti si collegheranno alla sala conferenze del museo archeologico della città attraverso una piattaforma virtuale.

La Biennale

La Biennale del restauro architettonico e urbano, promossa dal Centro internazionale per la conservazione del patrimonio architettonico con la collaborazione di ordini, enti e associazioni, ha come obiettivo quello di favorire lo studio delle città. E questo tramite nuovi progetti, nuove sperimentazioni e nuove strategie di valorizzazione e di riqualificazione del patrimonio e degli spazi esistenti. Un confronto attivo che dà la possibilità di mettere in comunicazione tra lori i professionisti di tutto il pianeta.

Appuntamento a Olbia

Per la prima volta in assoluto, come sede italiana è stata quindi scelta la città di Olbia. Un appuntamento che non può che soddisfare l’amministrazione comunale. «Lo svolgimento della Biennale a Olbia è una occasione importante per presentare la nostra città a un palcoscenico internazionale di ospiti – dice Sabrina Serra, assessora comunale alla Cultura –. Sebbene la manifestazione si svolga online, sono previsti partecipanti da numerosi stati del mondo. In un contesto dedicato agli specialisti del settore, la nostra città vuole candidarsi a diventare un luogo d’incontro di idee e di persone in grado di offrire non solo ospitalità ma anche concreti spunti di riflessione, grazie al patrimonio culturale, architettonico e paesaggistico di Olbia e di tutta la Gallura».

Dario Budroni

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